“Si tratta di una delle più grandi organizzazioni in Argentina. Presente in 17 province, con più di 70.000 membri, dà lavoro a migliaia di persone. Ha costruito quartieri, scuole, centri sanitari, centri ricreativi, musei, centri culturali, fabbriche“.
Gli Inizi
Negli anni ’90 il neoliberalismo ha prodotto in Argentina una crisi acuta: disoccupazione, impoverimento, aumento della diseguaglianza sociale, lasciando migliaia di lavoratori per strada, senza servizi sociali, senza accesso all’istruzione. Di fronte a questo contesto privo di speranza a Jujuy, nel nord del paese, Milagro Sala militante sociale, indigena, comincia ad organizzarsi con altri disoccupati, a protestare con forza per i diritti di base dell’essere umano: lavoro, salute, educazione.
Data la mancanza di risposta dei vari governi che si sono succeduti, decidono di dare una soluzione immediata alla fame che infuria nella provincia organizzando “copas de leche” (tazze di latte) per nutrire migliaia di bambini dei quartieri più bisognosi. Così è nata l’organizzazione di quartiere Tupac Amaru.
Nel 2003, con Nestor Kirchner presidente, cominciano a mettersi in marcia politiche al di fuori dei modelli dominanti del neoliberismo e la sinergia tra la Tupac Amaru e lo Stato consente la costruzione di “alloggi sociali” con il sostegno pubblico.
La Tupac Amaru comincia a plasmare un nuovo modello di lavoro: assembleare, cooperativo e solidale.
Creano cooperative per la costruzione di case popolari finanziate dal governo, costruiscono più velocemente e con meno soldi dei privati e reinvestono il guadagno nella comunità facendo scuole, centri sanitari, fabbriche e centri ricreativi, tra le altre cose. Questo modello è stato un esempio di militanza e di costruzione che ha ispirato migliaia di argentini.
L’esempio dei diciassette anni di lavoro della Tupac Amaru mostra chiaramente che le organizzazioni sociali, anche nelle politiche pubbliche, sono essenziali per lo sviluppo di qualsiasi paese.
La Rete delle Organizzazioni Sociali
Milagro Sala e la Tupac Amaru, hanno creato con altre organizzazioni la Rete delle Organizzazioni sociali di Jujuy strutturando le lotte con migliaia di lavoratori, membri di cooperative, militanti sociali. Inizia una grande pressione affinché i responsabili del genocidio successo durante la dittatura del secolo scorso siano finalmente processati. Così a Jujuy comincia un processo contro Blaquier ed altri “potenti” locali, proprietari terrieri e proprietari della maggior parte del paese.
Questo ritorno al potere di migliaia di cittadini genera una forte reazione da parte dei poteri economici locali e nazionali.
Inizia una forte campagna mediatica di diffamazione con accuse infondate: la violenza, il possesso di armi, malversazione di fondi. Grazie a queste accuse infamanti la Tupac Amaru è diventata nota a livello nazionale e anche a livello internazionale, e vari settori progressisti si sono schierati in sua difesa.
Il “Partito della sovranità popolare”
Nel 2012 l’assemblea della Tupac Amaru annuncia la fondazione del “Partito della sovranità Popolare” che si presenta alle elezioni del 2013 e del 2015 nella provincia di Jujuy.
Nel 2013 Milagro Sala viene eletta deputato provinciale e nel 2015 deputata del Parlamento del Mercosur.
L’arresto di Milagro Sala
Nel dicembre del 2015 la vittoria della destra in Argentina, guidata da Mauricio Macri, apre di nuovo il dibattito sul futuro e l’orizzonte comune dei paesi dell’America Latina. E’ la prima sconfitta di una governo progressista post-neoliberale dal 2000 e, per molti, l’inizio della fine di un’epoca.
Mauricio Macri è eletto Presidente per soli 300.000 voti, in una campagna elettorale basata sul marketing e le menzogne, approfittando dell’appoggio del monopolio mediatico, sfacciatamente dalla sua parte. Nei primi tre mesi di governo le promesse elettorali svaniscono nel nulla e il paese inizia un processo di caduta senza precedenti: svalutazione, inflazione, povertà.
A Jujuy vince il nuovo governatore, Gerardo Morales, alleato di Macri e la Tupac Amaru inizia a fare opposizione. Dopo aver più volte chiesto di essere ricevuti dal nuovo governo senza ricevere risposta, il 14 dicembre 2015 la Rete delle Organizzazioni sociali di Jujuy inizia un sit-in pacifico di fronte alla sede del governo provinciale chiedendo udienza al governatore per aprire un dialogo e articolare le politiche sociali nell’obiettivo di garantire il rispetto dei diritti acquisiti negli anni.
Gerardo Morales nega il confronto, multa la Tupac Amaru per il sit-in e cerca di espropriare i beni dell’organizzazione. A un mese dall’inizio della protesta, viene arrestata Milagro Sala con l’accusa di istigazione a delinquere.
Milagro Sala diventa la prima prigioniera politica.
#Liberen a Milagro
A seguito della detenzione di Milagro Sala si sviluppano delle proteste in tutto il paese e internazionalmente, chiedendo la sua liberazione. A Buenos Aires la Plaza de Mayo è occupata durante tre mesi con una accampata al quale partecipano le principali forze sociali e politiche dell’Argentina. Amnesty International lancia una petizione urgente.
In tutto il mondo molte organizzazioni di Diritti Umani, organizzazioni politiche, sociali, sindacali e culturali esprimono il loro sostegno e chiedono la liberazione immediata di Milagro Sala.
In molti paesi del mondo ed in molte provincie dell’Argentina si formano Comitati per la liberazione di Milagro, nonostante questo si arrestano altre persone, membri dell’organizzazione, tra cui Raúl Noro, marito di Milagro.
Sembra che la repressione a Jujuy sia un esperimento, come nei decenni più bui dell’Argentina. Gli avvocati della difesa hanno ricevuto multe e sono stati minacciati in diverse occasioni. Per intervento diretto del governatore Morales sono stati insediati alla Corte di Giustizia della provincia due giudici nuovi, ex parlamentari alleati. I media locali e nazionali, alleati di Macri e Morales, mettono in moto la macchina mediatica della diffamazione, misogina e discriminazione.
Milagro Sala è ancora in prigione, senza vere ragioni per la sua detenzione. Assistiamo alla criminalizzazione della protesta e si utilizza la magistratura per neutralizzare le organizzazioni sociali, coloro che difendono le esigenze di base della popolazione.
Tutto quello che ha costruito la Tupac Amaru a Jujuy, migliaia di case, scuole, centri sanitari, centri sportivi, ecc… è abbandonato o peggio, passato nelle mani dei potenti.
Un futuro incierto
Le “corporations” avanzano, in tutto e a qualunque costo; cominciano con la manipolazione mediatica e del potere giuridico. Un copione che si ripete in vari paesi e che consiste in una campagna mediatica voluminosa e rumorosa fatta dai grandi gruppi editoriali, seguita da indagini della magistratura, spesso al soldo dei potenti. Il mix tra media e magistratura ha già prodotto, come si è visto, sconfitte elettorali, colpi di stato o arresti arbitrari di personalità politiche e sociali.
All’orizzonte un futuro incerto a livello mondiale, entriamo in un’era di grandi squilibri ed ingiustizie su scala globale. L’1% della popolazione continua ad arricchirsi, 16 famiglie controllano il 94% delle risorse mondiali: le companies, o le cosiddette Lobbies Multinazionali, la grande finanza internazionale, sono i padroni del mondo. Le uniche forze che potranno contrastare questo nuovo scenario sono i cittadini, organizzati in forme diverse.
Le Organizzazioni Sociali mostrano cammini possibili di fronte alla crisi dell’epoca moderna, mettono in discussione il mondo dello stabilito e raccontano un nuovo mondo che sta nascendo. Le organizzazioni sociali sono sempre esistite, perfino prima della nascita delle istituzioni sociali politiche e culturali. Una lunga storia con un futuro: le organizzazioni sociali portano il seme di quello che sarà.
In America Latina sono nati governi popolari che hanno cominciato a fare politiche sociali fuori dagli schemi neoliberali e che ora si scontrano con i poteri conservatori che vogliono riprendere il potere perduto e frustrare qualunque tentativo di redistribuzione della ricchezza.
Le campagne contro Cristina Fernández, Dilma Rousseff, Lula da Silva, Milagro Sala sono state possibili solo perché la destra continua a detenere il monopolio dei grandi media, ha la complicità dei Potere giuridico di ogni paese, silenzioso di fronte alle mostruosità commesse dai governi di destra.
La storia della Tupac Amaru è emblematica: un copione violento già visto da altre parti. Ma questa storia ci mostra anche come costruire il benessere. Nel futuro immediato, in America Latina possiamo solo aspettarci un aumento della repressione della protesta, qualcosa di simile alle dittature del secolo scorso, con Golpes non più fatti dagli eserciti ma dai media e dai giudici corrotti, funzionali agli interessi dell’1%. Una nuova Operación Cóndor.
Oggi le lobbies mostrano la loro vera faccia, si appropriano dei beni comuni e non giustificano più questo con una ideologia, il neoliberismo. Andiamo verso un sistema di ingiustizia sociale con l’1% ad accumulare ricchezza a spese del resto; le uniche organizzazioni che potranno avere futuro in questo scenario funesto sono quelle che partiranno dalla base sociale e rivendicheranno le necessità di base: un salario universale, una casa, salute, educazione, diritti civili.